Un weekend a Venezia tra ombrete de vin e sarde in saor…

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Insomma per una botta di cu-fortuna, di ritorno dal mio viaggio in Messico sono  partita per un weekend a Venezia con il mio lui (huhuuu..).

Il programma era per nulla ambizioso, ovvero gironzolare – mangiare – bere e.. (ma dai) mangiare ancora. Ma alla fine in questo weekend da viveur è uscita anche una bella visita e se mai voleste seguire il mio itinerario, non ne rimarrete delusi.

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Ah l’arte moderna, quante soddisfazioni. Diciamoci la verità, senza il libro della Biennale con tutte le spiegazioni delle opere, non so come ne sarei uscita tra palloncini giganti di falliche sembianze, sigarette in location poco consone, stanze di ogni colore e materiale, valigie, sacchi, costumi, sculture etc. Insomma mi è piaciuta la Biennale? In realtà non lo so. Sicuramente è una cosa da vedere, unico consiglio se potete spezzate la visita in 2 giorni, il pomeriggio c’è sempre molta gente e soprattutto le facoltà mentali iniziano a venir meno.

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La sera per riprenderci siamo finiti a cena in questa bella “osterieta” oltre che bella anche buonissima. L’osteria alla Staffa ha il classico arredamento caldo in legno scuro, i tavoli ravvicinati e le candele sui tavoli. Se ci penso, riesco ancora ad assaporare quel fantastico flan (mmmmh..), e anche il carpaccio di tonno, gli spaghetti alle vongole, i dolci fatti da loro… ok la smetto (bava).

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Non dimentichiamoci che vicinissimo c’è anche quello che abbiamo votato all’unanimità come il nostro Bar preferito di Venezia il Simson, trovato casualmente dopo l’ennesima via sbagliata (e menomale) ci ha risolto ogni sera la questione “ma dove si va a fare l’ape?” Ovviamente li!

Il teatro la Fenice, se riuscite a prenotare anni luce prima, forse, trovate anche un biglietto ad un prezzo umano, in caso foste (dei poracci) come noi, evabbuo’, prendete la famosa audioguida e vai di pulsantini! La visita è molto interessante e gironzolando dalla platea fino alla palco reale potete ripercorrere tutta l’affascinante storia di questo teatro.

Il pomeriggio è praticamente volato tra la visita al palazzo Ca’ Rezzonico, grande quanto sontuoso, gironzolando per i quartieri storici di Venezia come Dorsodure, Cannoneggio e bevendo aperitivi in tipiche hostarie accompagnate dai famosi cicchetti (le tapas veneziane).

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Per l’ultimo giorno ci siamo tenuti una vera chicca, la visita al Palazzo Ducale in Piazza San Marco con visita guidata ai percorsi segreti del Doge.

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Con un gruppetto di 20 persone ci siamo inabissati sotto il livello del mare camminando lungo i piombi, le famose prigioni di Venezia, per poi risalire in verticale tutto il Palazzo Ducale lungo percorsi segreti. Siamo entrati in finti armadi ed usciti nella stanza delle torture, abbiamo visitato le sale del consiglio dei tre, e quelle private del doge. Ripercorso la storia e visitato i luoghi dove il famoso Casanova venne incarcerato fino alla sua evasione dalla cella nel sottotetto. Insomma una visita che incuriosisce ed emoziona. Consigliatissima.

Per non farci mancare niente e sfruttare l’abbonamento che avevamo oramai fatto, il pomeriggio prima di rientrare a casa, abbiamo deciso di fare una camminata a Murano, anche se le temperature non erano del tutto clementi l’isola è molto carina, impossibile non scattare foto tipo modalita’ cinese ON.

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E cosi’ si sono conclusi questi 3 giorni nella laguna Veneziana, tra ombrete de vin, sarde in suor e il perdersi tra vicoli e calle. Arte moderna, antica, liberty e rococo. Chiacchierate tra turisti e cene romantiche, eh vabbe’,  Venezia è sempre Venezia e il fatto che sia qui nel mio nord-est hai miei occhi, la rende ancora piu’ bella, anche con quell’acqua che dicono che non è acqua, con lo spritz che no, non è un aperitivo e con le barchette dei locali che..oh, qui funziona cosi!

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ITINERARIO: Ci siamo tenuti tutto il sabato per visitare la Biennale, la domenica San Marco, Ca’ Rezzonico, il Teatro la Fenice e i quartieri di Dorsodure, Accademia e Cannareggio, mentre il lunedì mattina avevamo prenotato la visita “i percorsi segreti del Doge” a Palazzo Ducale e una camminata a Murano nel primo pomeriggio per poi rientrare entro sera in treno.

ACCOMODATION: Hotel il Castello. A due passi da Piazza San Marco, lo stile rococò e liberty invade tutto l’albergo (aiuto), ma alla fine siamo a Venezia quindi impossibile scamparla! La stanza e il bagno (con la finestra, miracolo) erano sempre pulite, colazione all’italiana onesta ed inclusa nel prezzo. Ottima sistemazione, consigliatissima!

FOOD AND DRINK:

Bar Ostaria Simson, Fondamente dei Felzi, 6316 – Perfetta per l’aperitivo, titolare molto simpatico, aperitivi ottimi.

Osteria alla Staffa, Sestriere Castello 6398 – Consigliassimo, cibo molto buono, pesce ottimo, servizio eccellente, prezzo giusto.

Pizzeria Aciugheta Campo SS Filippo e Giacomo 4357 – Cara e personale scontroso. La pizza era buona ma decisamente troppo cara.

Osteria Ruga di Jaffa, Castello 4864 – Perfetta sia per cene che per aperitivi e cicchetti (molto buoni). Consigliata, prezzi non cari.

Pizza al trancio Arte della pizza, cannareggio 1861 – La miglior pizza al trancio della mia vita. Non serve dire altro.

La sera ci siamo fermati casualmente in un osteria che abbiamo promosso a pieni voti e non solo grazie alle canzoni di Peppino di Capri che ci hanno accompagnato durante tutto l’aperitivo

TIPS: I costi dei battelli sono molto cari quindi se pensate di usarne vari, vi conviene fare l’abbonamento. Nelle osterie si mangia da Dio, non disdegnatele solo perché non hanno un arredamento all’ultimo grido. Mettetevi l’anima in pace, vi perderete. Spesso. Punto. Quindi consiglio quando succederà, e succederà, entrate in hostaria ordinate un un taglietto di vino, dopo tutto andrà alla grande. I cicchetti sono delle porzioncine, ovvero le tapas veneziane, tutte da provare!

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